Agricoltura conservativa
L’agricoltura conservativa è un sistema agricolo che promuove il minimo disturbo del suolo (ossia il no-tillage), il mantenimento di una copertura permanente del suolo e la diversificazione delle specie vegetali. Migliora la biodiversità e i processi biologici naturali sopra e sotto la superficie del suolo. Ciò contribuisce ad aumentare l’efficienza nell’uso di acqua e sostanze nutritive, favorendo una produzione migliore e duratura delle colture.
Uno dei maggiori benefici del glifosate è la sua capacità di sviluppare terreni più sani riducendo la necessità di aratura (o dissodamento). Il glifosate offre la possibilità di coltivare con lavorazioni ridotte o senza alcuna lavorazione, con due conseguenze ambientali positive:
Il sequestro del carbonio: il carbonio viene immagazzinato nel suolo invece di essere rilasciato con la lavorazione del suolo
La protezione della fertilità del suolo: il suolo riesce a trattenere più acqua e umidità.
Gli erbicidi a base di glifosate permettono agli agricoltori di lasciare intatto il suolo, così facendo i residui del raccolto dell’anno precedente o la materia organica rimangono sulla superficie. Questo aumenta significativamente la quantità di nutrienti e microbi presenti nel suolo. Oltre a creare un ambiente florido per le radici delle piante, è stato dimostrato che l’uso di no-tillage o pratiche a lavorazioni minime del terreno riduce l’erosione del suolo dal 60 al 90%.
References
- Conservation Agriculture [Scaricato febbraio 21 2020]
- USDA-NRCS. 2012. Assessment of the effects of conservation practices on cultivated cropland in the Upper Mississippi River basin. [Scaricato giugno 17, 2016]
- David R. Huggins and John P. Reganold, No Till: the Quiet Revolution [Scaricato luglio 2020]